concerto celebrativo nel V centenario dalla morte
di Leonardo da Vinci
TrentoMusicantica
2019
Programma
JOSQUIN DESPREZ (1450?-1521)
Esecutori
Concerto Vocale
LA STAGIONE ARMONICA
- Mottetto “Ave maris stella”
- Messa “Ave maris stella”
- Mottetto “Mirabilia testimonia”
Direttore
SERGIO BALESTRACCI
Soprani
FEDERICA CAZZARO
STEFANIA CERUTTI
SHEILA RECH
SILVIA TOFFANO
Contralti
LAURA BRUGNERA
MARIA ILARIA COSMA
VIVIANA GIORGI
ALESSANDRA PERBELLINI
Tenori
ENRICO BISETTO
ALESSANDRO GARGIULO
STEFANO PALESE
CLAUDIO ZINUTTI
Bassi
FILIPPO BORDIN
ALESSANDRO MAGAGNIN
ALESSANDRO PITTERI
NICOLA RAMPAZZO
Josquin, forse il più grande tra i musicisti della scuola franco-fiamminga, realizza una grande chiarezza espressiva e un nuovo equilibrio tra testo e musica, partendo dalla tradizione quattrocentesca, talora astrusa, e inaugurando una nuova naturalezza nell’uso del contrappunto, in cui la tecnica non è mai d’ostacolo al libero fluire delle linee polifoniche; la sua opera sarà ammirata e adottata come punto di partenza da tutta la tradizione polifonica delle epoche successive. Come afferma Nino Pirrotta, poche composizioni di questo autore sono sicuramente databili. L’inno Ave Maris Stella, la cui intonazione gregoriana risale al IX secolo, introduce il concerto che si impernia sulla Messa basata sulla stessa melodia; l’inno di Josquin è difficilmente databile, mentre la Messa fu probabilmente realizzata durante il soggiorno romano, tra il 1489 e il 1494, utilizzando il famoso inno mariano sia come spunto tematico delle voci, sia come canto fermo. Di questa messa possediamo numerose fonti manoscritte, a partire dal 1492, e a stampa, dal 1505, fino al ‘500 inoltrato, a testimonianza della fama di cui questa composizione godette per la genialità della struttura contrappuntistica. Il mottetto Mirabilia testimonia, è in realtà la parte finale del salmo 118, quella che nella liturgia delle ore veniva cantata all’ora nona. La successione di questi brani si propone di portare gli ascoltatori su un percorso musicale e testuale che, prendendo spunto dalla dolcezza della preghiera mariana, si conclude con la contemplazione estatica dei segni divini, unica vera via della conoscenza e della fede. La vasta messe delle opere sacre e profane di Josquin, divenuta ben presto modello e partenza di ogni sperimentazione polifonica cinquecentesca, vide la luce, spesso ben prima di divenire oggetto di stampa, in diversi dei luoghi che si avvicendarono nella biografia del compositore. Tra questi il soggiorno milanese è degno di nota: infatti quest’anno cade il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci che quasi sicuramente Josquin conobbe e incontrò in quella città. Dopo gli inizi fiorentini, Leonardo fu attivo a Milano tra il 1482 e il 1500, alla corte di Ludovico il Moro: a questo periodo risalgono molti dei capolavori, tra i quali, ad esempio, la prima versione della “Vergine delle rocce”, “L’ultima cena” in Santa Maria delle Grazie a Milano, e il “Ritratto di musico”, oggi alla Pinacoteca Ambrosiana, nel quale molti in passato hanno creduto di riconoscere Franchino Gaffurio, maestro di cappella al Duomo di Milano, mentre oggi la maggior parte degli studiosi tende a identificare in quel ritratto proprio Josquin Desprez. Dopo un periodo errabondo in cui Leonardo fu a Firenze, Mantova, Venezia, Roma, attivo non solo come pittore (nel 1502 fu architetto e ingegnere militare di Cesare Borgia), ritornò a Milano nel 1508, e dopo un soggiorno romano partì per la Francia nel 1517 sotto la protezione di Francesco I. Josquin dovette incontrare Leonardo a Milano, dove anche il musicista, poco più che trentenne entrò al servizio degli Sforza, anch’egli sotto la protezione di Lodovico il Moro.
Sergio Balestracci