Amici della Musica di Padova
63° Stagione Concertistica
Tomas Luis de Victoria (1548-1611)
Officium defunctorum sex vocibus In Obitu et Obsequiis Sacrae Imperatricis (1605)
Programma
Tomas Luis de Victoria (1548-1611)
Esecutori
Concerto Vocale
LA STAGIONE ARMONICA
Officium defunctorum
- Lectio II: Taedet animam meam
Missa pro Defunctis
- Introitus: Requiem aeternam
- Kyrie
- Epistola
- Graduale: Requiem aeternam
- Tractus: Absolve, Domine
- Sequentia: Dies irae
- Evangelium
- Offertorium: Domine Jesu Christe
- Praefatio
- Sanctus
- Benedictus
- Agnus Dei
- Communio: Lux aeterna
- Motectum: Versa est in luctum
- Ad absolutionem post Missam
- Responsorium: Libera me, Domine
- Antiphona: In paradisum
Direttore
SERGIO BALESTRACCI
Requiem per un’imperatrice
L’imperatrice vedova, Maria d’Austria, figlia dell’imperatore Carlo V, sorella di Filippo II re di Spagna e moglie dell’imperatore Massimiliano II, morì a Madrid il 26 febbraio 1603. Durante le esequie reali, “…le più suntuose e solenni che vi siano mai state in Spagna…” (dal resoconto ufficiale dell’evento), furono eseguite le musiche polifoniche di Victoria.
Tomas Luis De Victoria, dopo 22 anni trascorsi a Roma, (nel 1571 succede al Palestrina come maestro di Cappella del Seminario Romano e nel 1575 riceve gli ordini religiosi), rientra in Spagna al servizio dell’imperatrice vedova Maria d’Austria, quale maestro di capilla e suo cappellano. Victoria in quegli anni cercava, come scrive in una sua dedicatoria “…di poter ricomporre l’anima mia in contemplazione come si addice ad un sacerdote…”.
La morte della colta e raffinata imperatrice, vera donna del rinascimento, cultrice della musica, è l’occasione per la nascita della sua ultima fatica di compositore, l’ Officium Defunctoirum, il principale monumento della polifonia religiosa spagnola.
L’Officium è a sei voci. Al Cactus II° è affidata la melodia liturgica gregoriana, e di particolare interesse, nella presente ricostruzione, il recupero delle melodie gregoriane che si alternano alle sezioni polifoniche. I brani in canto gregoriano, sui quali Victoria non interviene, sono: il trattoAbsolve Domine, canto per sua natura solistico, e la sequenza Dies irae, una delle cinque rimaste nel messale dopo la riforma tridentina. A questi si aggiungono in canti dell’Epistola e dell’Evangelium e il Prefatio.
Il mottetto Versa est in luctum che non rientra tra i testi liturgici, Victoria lo colloca, come omaggio affettivo, tra la fine della Messa e l’inizio dell’orazione funebre.
Convinto assertore della suprema dignità della polifonia religiosa, come altri compositori iberici del secolo d’oro, Victoria evitò di scrivere musica profana e bandì l’uso di mezzi compositivi contaminati con l’arte musicale profana. La polifonia religiosa casigliana del secolo d’oro, culminanta nell’opera di Victoria, riesce così a raggiungere livelli di spiritualità e misticismo non riscontrabili nelle altre scuole europee.
Sergio Balestracci