Programma
Esecutori
Concerto Vocale e Strumentale
LA STAGIONE ARMONICA
I parte
Responsorium Tenebrae factae sunt
Toccata per organo
Motectus Ad Dominum cum tribularer clamavi
Responsorium Tradiderunt me
Responsorium Jesum tradidit impius
Responsorium Caligaverunt
Fuga in re minore per organo
Responsorium Sicut ovis
Responsorium Jerusalem, surge
Responsorium Plange quasi virgo
Fuga in do maggiore per organo
Motectus Exurge Domine
II parte
Toccata per organo
Motectus Intellige clamorem meum
Responsorium Recessit pastor noster
Responsorium O vos omnes
Responsorium Ecce quomodo moritur iustus
Fuga del II Tono per organo
Responsorium Astiterunt reges
Responsorium Aestimatus sum
Responsorium Sepulto Domino
Fuga del III Tono per organo
Graduale Miserere
Soprani
FEDERICA CAZZARO
STEFANIA CERUTTI
SARA PEGORARO
SILVIA TOFFANO *
Contralti
LAURA BRUGNERA MURARO *
MARIA ILARIA COSMA
VIVIANA GIORGI
MARINA MEO
Organo
CARLO ROSSI
Direttore
SERGIO BALESTRACCI
* versus
** Jesus
Tenori
DAVID BARRIOS **
MICHELE DA ROS *
ALESSANDRO GARGIULO
STEFANO PALESE
Bassi
MATTEO BELLOTTO *
FILIPPO BORDIN
ALESSANDRO MAGAGNIN
ALESSANDRO PITTERI
I responsori della Settimana Santa, nella loro codificazione tridentina, facevano parte dell’Ufficio delle tenebre, una complessa liturgia propria del giovedì, del venerdì e del sabato prima di Pasqua, che anticamente si svolgeva nelle prime ore dopo la mezzanotte e fu poi anticipato per maggior praticità alle sere del mercoledì, del giovedì e del Venerdì Santo. La denominazione di Ufficio delle Tenebre faceva riferimento sia al momento del giorno in cui tale ufficio si svolgeva, sia alle tenebre dello spirito per la passione e la morte di Cristo.
La liturgia prevedeva una serie di elementi di tipo drammatico e rappresentativo. Veniva utilizzato un candeliere particolare chiamato saetta, su cui venivano poste quindici candele; ognuna di queste veniva spenta dopo ogni salmo, mentre la quindicesima, dopo il canto del Benedictus, non veniva spenta, ma veniva portata accesa dietro l’altare, lasciando la chiesa nell’oscurità, ad indicare il dolore universale per la passione e la morte di Cristo. A quel punto l’officiante batteva per terra con un bastone e i fedeli entravano nella rappresentazione facendo anch’essi strepiti e dando origine al cosiddetto “terremoto”.
I responsori, i salmi e alcune lezioni venivano intonati in canto fermo, mentre altre parti erano recitate; le parti cantate in canto gregoriano offrirono l’ispirazione a diversi compositori per nuove intonazioni polifoniche soprattutto dal cinque al Settecento, anche se non mancano esempi di queste composizioni in altre epoche.
L’unica copia dei responsori della Settimana Santa attribuiti a Scarlatti è contenuta nel famoso manoscritto 443 dell’Accademia Filarmonica di Bologna in cui sono rilegati insieme ai responsori anche alcune lamentazioni e undici mottetti riuniti nella generale dicitura di “Mottetti per la Quaresima”.
In questo programma viene seguito il percorso della Passione, partendo dal tradimento di Giuda fino alla morte di Cristo: dal settimo responsorio del Venerdì Santo (Tradiderunt me) al compimento del sacrificio (Sepulto Domino). I brani d’organo danno spazio alla narrazione e alla riflessione, richiamata in particolare dai mottetti a voci sole.
Sergio Balestracci